La dieta mediterranea è riconosciuta a livello globale come uno dei modelli dietistici e alimentari più salutari in assoluto. Si tratta di una dieta basata principalmente su alimenti poveri e poco grassi, come frutta e verdura, cereali integrali, legumi, olio extravergine d’oliva, pesce e uova, ricchissima di nutrienti essenziali e povera di grassi saturi.
Questo regime alimentare riesce così a promuovere la salute cardiovascolare, riducendo il rischio di malattie croniche, obesità e invecchiamento precoce e favorisce il benessere generale. Tuttavia, negli ultimi anni, ha iniziato ad emergere una certa necessità di adattare tale dieta ai tempi moderni. Nuove disponibilità, costi elevati per alcuni alimenti e l’evoluzione delle abitudini alimentari hanno reso necessario un approccio più flessibile.
Rivisitazione, ma con equilibrio
Uno degli elementi chiave quando parliamo di rivisitare la dieta mediterranea è sicuramente l’integrazione di proteine vegetali alternative. Di fatto, la principale fonte proteica vegetale di questa dieta erano i legumi, come ceci, fagioli e lenticchie che nella tradizione culinaria del nostro paese abbondano, da nord a sud. Oggi, tuttavia, possiamo introdurre elementi quali tofu, seitan o tempeh, alimenti vegetali e altamente proteici che ben si abbinano ai piatti mediterranei.
Anche i cereali sono un aspetto importante da considerare. Tralasciando pane e pasta, prodotti a base di cereali quali grano tenero e grano duro, grano saraceno, segale e altro ancora, possiamo oggi utilizzare nuovi tipi di cereali provenienti dall’estero e anticamente poco usati o conosciuti come quinoa, farro o bulgur, capaci di donare nuovi sapori o migliorare i profili nutrizionali di diversi piatti.
Consigli su come integrare nuovi alimenti alla dieta mediterranea
Partiamo dal presupposto che l’integrazione di nuovi ingredienti e alimenti all’interno della dieta mediterranea non deve essere complicata, tutt’altro. Per fare un esempio, possiamo usare spezie o semi, come curcuma, chia o semi di lino, per arricchire i piatti tradizionali, andando così ad aggiungere delle fonti eccezionali di antiossidanti e omega-3. Altri esempio possono riguardare:
- uso di spezie orientali, come zenzero o curry per arricchire e insaporire piatti di pesce
- usare prodotti vegetali, come latte di mandorla o soia al posto dei latticini normali
- inserire farro o quinoa all’interno di zuppe o insalate
Anche la cottura può essere un aspetto da considerare attentamente, poichè mantenere dei metodi di preparazione semplici, come grigliare, cuocere al forno o al vapore, preferendoli a cotture più complesse, può aiutare a preservare i vari elementi nutritivi presenti all’interno di ciò che mangiamo. Si può anche variare l’uso di oli vegetali alternativi all’olio d’oliva (come l’olio di avocado).
Uno dei fattori da tenere sempre a mente, in ogni caso, è la stagionalità. Bisogna puntare sempre su prodotti freschi e di stagione, poichè sono questi che vanno a garantirci un apporto ottimale di vitamine, minerali e nutrienti (oltre che a ridurre l’impatto ambientale). Ricordiamo sempre che consumare ortaggi o altri prodotti vegetali freschi stagionali è un modo intelligente per rispettare i cicli naturali.